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Gangor
     

FLASH MOB GANGOR , Villa Ghirlanda

CINEMA NEL PARCO
Villa Ghirlanda - Via Frova 10 - Cinisello
In collaborazione con WOMEN IN ART - Festival del femminile nell'arte
(www.womeninartfestival.it)
Giovedì 1 settembre ore 21.30 GANGOR


Giovedì 1 settembre ci siamo recati tutte/i vestiti di bianco nel giardino di villa Ghirlanda. Il nostro scopo era quello di coinvolgere le persone all'uscita del film in una riflessione sulla violenza nei confronti delle donne.

Secondo il nostro stile, abbiamo appeso fogli manoscritti in cui si esprimevano pensieri sulla condizione femminile. Le scritte si possono vedere nella galleria fotografica.

Abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefisse: le persone all'uscita del film si sono fermate a guardare i manifesti appesi e a parlare con noi.

 

GANGOR

Upin e Ujan si recano a Purulia, nel Bengala occidentale, per un reportage sulle condizioni di vita dei gruppi tribali. Tra le foto che Upin pubblica, in un articolo di denuncia sulle ingiustizie sociali della regione, quella che ritrae il seno nudo di Gangor scatena la violenta ritorsione delle autorità di polizia locale.
L'amore e la conoscenza che Spinelli nutre per il cinema asiatico, e indiano in particolare, emerge prepotentemente tra le righe di Gangor; le atmosfere della vita agiata indiana come della realtà delle bidonville rivivono in tutta la loro credibilità, servendosi di immagini che non indugiano sulla violenza ma nemmeno si ritraggono di fronte a visioni disturbanti. Un film di denuncia che non è costretto a soffocare la narrazione pur di lasciare spazio all'impegno politico e veicolare il suo messaggio, incentrato nella fattispecie sulla condizione della donna e più in generale sulla pesante discriminazione ai danni dei cosiddetti “tribali”, membri di etnie antiche rassegnati a una vita di indigenza.
Fotografare la realtà può significare catturare immagini suggestive o sviscerare sensazioni ancestrali impossibili da descrivere (o rintracciare) ricorrendo alla parola: dipende da come e dove si colloca l'obiettivo. Quella che Upin coglie osservando il seno di Gangor, fascinosa icona di fertilità e florida femminilità, è la chiave per avvicinarsi in maniera profonda a un'umanità esclusa dalle mappe, dimenticata quando non perseguitata per il solo fatto di esistere.
A complicare la situazione subentra il sottotesto politico – mantenuto da Spinelli sullo sfondo, come tessuto connettivo del disagio sociale – dovuto alla forte presenza dei naxaliti, ossia i maoisti indiani, all'interno dei nuclei di “tribali”, violentemente osteggiati da una polizia dedita all'abuso di potere come neanche la LAPD raccontata da James Ellroy. Gangor racconta di come la migliore delle intenzioni possa generare il peggiore dei risultati e di come la stampa, per John Ford manipolatrice e generatrice della Verità, oggi si sia ridotta a strumento ambiguo, buono per lo sfruttamento o la delazione del singolo più che per un reale miglioramento della condizione umana.

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