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I NOSTRI PROGETTI

 

2018

Nel 2018 abbiamo lavorato alla partecipazione a due bandi di grande interesse sociale, uno rivolto alle donne e l'altro rivolto ai bambini:

Partecipazione al bando Progettare la parità in Lombardia, 2018, in collaborazione con l'assessorato alle Pari Opportunità del COmune di Cinisello e AFOL

Partecipazione al bando Europeo Nuove generazioni 2018, in collaborazione con Impresa sociale Per i bambini e Cooperativa Aeris
(purtroppo malgrado fosse molto interessante e coinvolgesse una grande quantità di aree territoriali e di soggetti, il progetto non è stato accolto da Regione Lombardia)

2015

Donne che lavorano, progetto di seminario a cura di Michela Zucca,
Seminari formativi di cultura di genere PER LA PREVENZIONE DEL FEMMINICIDIO e della violenza di genere.

2014

Ogni popolo, progetto di seminario a cura di Michela Zucca

PROGETTARE LA PARITA' IN LOMBARDIA

scarica il volantino

Il progetto è rivolto a donne inattive o disoccupate che desiderano rientrare nel mercato del lavoro dopo un lungo periodo di assenza (spesso dovuta alla maternità o a carichi familiari) agendo sul lato dello sviluppo delle competenze trasversali e dell’empowerment, al fine di valorizzare, promuovere e sostenere quel talento femminile troppo spesso invisibile anche alle donne stesse.

Lavorare in team, creare network, riprogrammare la propria carriera e il proprio progetto professionale, pensare fuori dagli schemi, imparare a raccontarsi: sono alcune delle competenze che si cercherà di implementare durante tutta la durata del progetto, attraverso la realizzazione di specifici moduli formativi e attività culturali volte alla messa in rete di persone e progetti.

L’obiettivo è quello di intervenire con un approccio integrato, olistico, con al centro la persona nella sua interezza. Il tema del lavoro, infatti, è ampio e articolato e sottende aspetti che si legano alla vita personale e sociale degli individui: la realizzazione di sé e delle proprie reali aspirazioni, il riconoscimento del proprio ruolo nella vita famigliare e nella società, la divisione/condivisione dei lavori di cura, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, le professioni e la carriera.

Questi aspetti saranno presi in considerazione anche al fine di sviluppare una maggior consapevolezza rispetto alla propria appartenenza di genere e di quanto un problema individuale sia inserito in un contesto storico e culturale più ampio e comune a molte donne. Infatti, nonostante, negli ultimi anni, l’occupazione femminile sia in costante aumento ed, oggi, sia al suo record storico con un tasso di occupazione pari al 49,1%, siamo ancora ben distanti dalla media europea (65,3%) e tra i paesi Ocse l'Italia è al quarantunesimo posto per partecipazione femminile al mercato del lavoro e al terzo per tasso di inattività. Talenti sprecati se pensiamo che ben 2,3 milioni di donne risultano inattive per motivi di famiglia, e che di queste il 40% ha un diploma di scuola superiore o un titolo universitario. Il 18% delle donne inattive lavorerebbe se i servizi fossero adeguati (Istat 2013).  Inoltre, per circa un terzo delle donne italiane la maternità rappresenta ancora un rischio concreto di fuoriuscita dal mercato del lavoro: il 22,4% delle madri impiegate prima della gravidanza, intervistate dopo due anni, avevano perso il lavoro (Istat 2015).

A livello regionale, dove la partecipazione delle donne al mercato del lavoro si attesta al 57%, ancora oggi quasi cinquemila donne all’anno rassegnano le dimissioni entro il primo anno di vita del bambino. Una ricerca a campione realizzata dall’associazione Irene ci mostra che solo il 50% delle donne dimissionarie riesce a rientrare al lavoro e di come il restante sia ogni anno alla ricerca costante di trovarlo ma senza riuscirci. All’aumentare dell’età le difficoltà aumentano e, infatti, in Lombardia, la disoccupazione femminile è relativamente bassa fino ai 40 anni per poi trovare un’impennata con il salire dell’età.

Anche nella territorio provinciale milanese, nonostante i tassi di partecipazione femminile siano più alti della media italiana, rimangono tuttavia alcune criticità e zone d’ombra per quanto riguarda la qualità del lavoro, le tipologie contrattuali e tassi di fertilità. Se, infatti, nella città di Milano il tasso di occupazione femminile sfiora il 65%, l’altra faccia di questa operosità femminile – contrariamente alla tesi che vorrebbe valida anche per noi quella relazione positiva tra occupazione e n. di figli che si osserva nei Paesi nordici e in Francia – è un tasso di fecondità al palo. Le donne, inoltre, sono più coinvolte in forme di lavoro atipiche, spesso meno retribuite e sottoinquadrate rispetto ai colleghi uomini, nonostante i livelli maggiori di scolarizzazione.

Il progetto sarà realizzato sul territorio della città di Cinisello Balsamo che è uno dei comuni più vasti dell’hinterland milanese, al 7° posto della classifica nazionale dei comuni per densità abitativa. Il numero degli abitanti è pari a 75.659, le donne rappresentano il 51,1% del totale.

Obiettivo del progetto

In questo contesto, il progetto si pone l’obiettivo di supportare donne inattive o disoccupate che desiderano rientrare nel mercato del lavoro dopo un periodo di assenza (spesso dovuta alla maternità o a carichi familiari) fornendo e valorizzando le competenze e le tecniche necessarie al fine di incrementare possibilità più eque nella ricerca di lavoro e fornire maggiore consapevolezza e promozione delle proprie competenze e potenzialità: l’obiettivo, in un’ultima analisi, è quello di tirare fuori l’empowerment femminile rendendo le donne consapevoli della loro forza!

Il progetto si articolerà, in maniera sinergica e integrata, su due livelli: uno più strettamente occupazionale/di politica attiva del lavoro, attraverso la realizzazione di uno specifico modulo formativo e prese in carico individuali, l’altro più di taglio culturale/sociale volto ad attivare le donne e ad inserirle in contesti di relazioni positive, attraverso la messa in atto di eventi e attività teatrali. Sarà privilegiata una metodologia esperienziale e attiva che vedrà le donne sempre protagoniste durante tutte le attività del progetto. Una formazione quindi, che parte dalle esperienze di vita delle partecipanti e la predisposizione di momenti di socializzazione e condivisione sul territorio, grazie al contributo delle associazioni partner.

Tematiche centrali di tutto il percorso saranno lo sviluppo e la valorizzazione delle competenze trasversali (soft skills), intese come l’insieme di caratteristiche, capacità e abilità che ci contraddistinguono come individui e attraverso le quali interagiamo sia nei contesti lavorativi che nella relazioni quotidiane. Queste abilità sono oggi per le aziende molto importanti, tanto quanto quelle tecnico professionali, per le quali vengono investite, ogni anno, molte risorse economiche e di tempo in ore di formazione.

Un’opportunità per le donne che, per fattori storici e culturali, sono da sempre maggiormente coinvolte nelle attività di cura, soprattutto poi in seguito all’esperienza di maternità, e depositarie di un patrimonio di soft skills che faticano a riconoscere e valorizzare: l’ascolto, la capacità di comprensione degli altri, la comunicazione, l’empatia, il multitasking sono oggi tratti distintivi ricercati e che creano valore in azienda.

Il corso di formazione dal titolo “self empowerment per lo sviluppo dei talenti femminili”, sarà gestito da Afol Metropolitana e sarà rivolto a 12 donne diplomate o laureate, disoccupate da almeno 12 mesi, residenti o domiciliate nella città di Cinisello Balsamo. L’avviso sarà pubblicizzato nella sede del Centro per l’Impiego di Cinisello Balsamo e attraverso i canali delle associazioni partner del progetto.

Le candidate saranno selezionate da una Commissione appositamente nominata, costituita da un/una referente del Comune di Cinisello Balsamo, Afol Metropolitana e dell’associazione Mille&Una Voce. Nella selezione sarà data priorità a donne con figli entro i 3 anni di età o over 50.

Durante il corso, le donne prese in carico avranno la possibilità di aumentare la propria conoscenza sul mercato del lavoro e migliorare le proprie capacità e opportunità di sviluppo professionale. Avranno occasione, inoltre, di approfondire le opportunità offerte dal web come strumento di informazione, comunicazione e promozione delle proprie competenze (personal branding) e le possibilità offerte dalle nuove forme e modalità organizzative di lavoro. Sarà dato, inoltre, spazio al ruolo delle Consigliere di parità, che svolgono funzioni di promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di pari opportunità e di non discriminazione per donne e uomini nel lavoro e alla legislazione a tutela delle donne.

Il corso, della durata di 48 ore, affronterà le seguenti tematiche:

  • Le competenze trasversali: importanza e analisi

  • Comunicare efficacemente me stessa: ascolto ed espressione, tecniche di comunicazione assertiva, la comunicazione non verbale, presentazioni e colloqui di selezione

  • La relazione digitale: come si comunica oggi attraverso il web

  • Il web self marketing: i social media, conoscerli e usarli per promuovere se stesse

  • La ricerca attiva del lavoro: un piano di self marketing

  • Il ruolo della Consigliera di Parità: il diritto all’uguaglianza sul posto di lavoro

  • I servizi sul territorio e la legislazione a tutela delle donne

  • Nuovo lavoro: i luoghi e l’organizzazione (dai coworking al lavoro agile)

Le lezioni si svolgeranno presso lo spazio COFO’, il primo coworking di Cinisello Balsamo, gestito dall’Associazione Oltre Spazio. La scelta di organizzare il corso presso uno spazio di condivisione e contaminazione di pratiche e relazioni caratterizza la filosofia propria del corso: la potenza della community per lo sviluppo di un proprio progetto professionale, il liberare le proprie risorse e potenzialità proprio mentre le mettiamo a disposizione degli altri. COFO’ aggiungere altre info es evento serale etc etc

Oltre al percorso formativo, le donne avranno a disposizione 8 ore di coaching individuale, volte alla definizione e al supporto del proprio progetto professionale.

Grazie al coinvolgimento dell’associazione Imprenditori Nord Milano, le donne interessate a sviluppare un percorso di messa in proprio, avranno la possibilità di usufruire di una consulenza gratuita presso lo sportello imprenditorialità femminile.

Inoltre, verrà data comunicazione e diffusione del progetto fra le 200 aziende socie dell’associazione, con l’obiettivo di sensibilizzare gli imprenditori all’importanza e opportunità del valorizzare le differenze e i talenti femminili.

L’aspetto del lavoro si lega profondamente con lo sviluppo di reti e relazioni sociali.

Contributo al progetto di Mille&unavoce

Mille&unavoce si occuperè della comunicazione, ma il fulcro della sua partecipazione sarà la realizzazione di un corso di teatro gestito da Officina teatrale. L'idea, già percorsa dall'associazione, è quella di realizzare un copione che parta dall'esperienza di ciascuna donna, per legare assieme tutti le esperienze in un lavoro teatrale di grande impatto emotivo. Il lavoro vedrà la partecipazione, oltre delle donne coinvolte nel progetto, delle donne della compagnia teatrale che saranno di supporto e di aiuto.
Un intervento di questo tipo è assolutamente pertinente con il progetto di portare un gruppo di donne a elaborare il loro percorso per tradurlo in atti teatrali. Il progetto vedrà l'apporto di un maestro di teatro che assumerà anche il ruolo di regista.
Le attività teatrali saranno accompagnate da reportage (fotografici e video) che ne testimonieranno le evoluzioni.
Il risultato del lavoro sarà il momento centrale dell'evento/festa con cui si concluderà tutta l'azione: uno spettacolo teatrale da offrire a tutta la cittadinanza di Cinisello nell'auditoriume del Pertini.

BANDO NUOVE GENERAZIONI

Bando Nuove Generazioni 5-14 anni
Si chiama “Bando Nuove Generazioni” ed è rivolto ai minori di età compresa tra 5-14 anni. È il terzo Bando che l’impresa sociale Con i Bambini rivolge agli enti di Terzo settore e al mondo della scuola con l’obiettivo di mettere in campo progetti di contrasto alla povertà educativa minorile. A disposizione un ammontare complessivo di 60 milioni di euro, in funzione della qualità dei progetti ricevuti.
Presentazione entro e non oltre il 9 febbraio 2018.
Per garantire la massima partecipazione al bando Nuove Generazioni, ogni organizzazione potrà presentare un solo progetto in qualità di soggetto responsabile o aderire come partner a un solo progetto. Fanno eccezione unicamente le amministrazioni locali e territoriali, le università e i centri di ricerca che possono partecipare, in qualità di partner, a più progetti.
Scopo del nostro progetto è quello di promuovere il benessere e la crescita armonica dei minori nella fascia di età 5-11 anni, in particolare di quelli a rischio o in situazione di vulnerabilità: di tipo economico, sociale, culturale, richiedendo progetti in grado di promuovere e sviluppare competenze personali, relazionali, cognitive dei ragazzi.
Il progetto inciderà sia sui loro percorsi formativi che su quelli di inclusione sociale, attraverso azioni congiunte “dentro e fuori la scuola”, sviluppando e rafforzando l’alleanza, le competenze, il lavoro e la capacità di innovazione dei soggetti che si assumono la responsabilità educativa (“comunità educante”) e prevenendo precocemente varie forme di disagio: dispersione e abbandono scolastico, bullismo e altri fenomeni di disagio giovanile.
Target di intervento Bambini nella fase di passaggio dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola primaria, nell’accoglienza e accompagnamento ai nuovi percorsi educativi. L’area geografica di intervento seguirà l’andamento degli ambiti distrettuali.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

L'obiettivo del progetto è quello di promuovere la scuola, come attore centrale nel sostenere la crescita dei minori e delle loro famiglie, in forte integrazione con il Terzo settore e le forme di auto-organizzazione di cittadini e genitori, e come “scuola aperta”, ovvero spazio fisico accogliente e sicuro, aperto alla comunità come luogo di apprendimento, confronto, socializzazione e crescita; - efficientare la cura e l’uso degli spazi comuni, in cui sperimentare modelli positivi di utilizzo del tempo libero e di promozione della cittadinanza e della legalità, prevenendo l’affermarsi di atteggiamenti devianti e sviluppando il senso di riappropriazione degli spazi, valorizzando l’impegno e l’effettivo protagonismo dei ragazzi coinvolti nel progetto; - attivare processi di sviluppo per incentivare una maggiore responsabilizzazione delle famiglie, favorendo il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare nei servizi presenti sul territorio, attraverso la promozione di patti educativi territoriali; - rafforzare il ruolo di tutti gli attori del processo educativo (genitori, insegnanti, operatori sociali), che consentano sia lo sviluppo di una migliore interazione con i destinatari, sia la diffusione di metodologie di apprendimento e strumenti didattici innovativi; - promuovere attività facilitanti l’accesso e la fruibilità di offerte e opportunità educative in orario extrascolastico e/o nei periodi estivi volte a integrare percorsi di apprendimento curriculare e lo sviluppo di competenze cognitive e non del minore; - aumentare l’attenzione alle fasi di passaggio dalla scuola di infanzia alla scuola primaria e dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado, con azioni di accompagnamento finalizzate a sostenere i minori e le loro famiglie, permettendo loro di acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie attitudini.

Aree geografiche coinvolte

Le aree geografiche coinvolte sono state:

  • Vimercatese (Coop Aeris)- Bernareggio: 16 istituti comprensivi- su 28 comuni-rete Treviscuola polo del progetto che attiva altre scuole+ comunità pastorali+ comitato genitori+ centro locali giovanili sul CAG sul design e STEM
  • Bergamasca (Coop Aeris): rete consortile+ spazi per le politiche giovanili+ comunità pastorali
  • Area Meda (Coop Atipica): 2 istituti comprensivi
  • Istituto di Villasanta, Monza, Brugherio, - collaborazione con Nespoli- (tema del supereroe- disabilità e limiti)
  • Istituto Paderno Dugnano - CS&L - Cernobbio- Como- Istituto Comprensivo- scuola+ biblioteca- spazio giovani
  • Casatenovo, Barzanò e Merate - Rete Salute- 3 istituti comprensivi- Parco vivo- (cfr dire fare crescere, scusate il ritardo), Comunità leggere per famiglie
  • Zona Sesto san Giovanni e Cinisello Balsamo - Spazio MIL - orti scolastici - Associazione Cultura e integrazione - (progettazione partecipata 2 scuole primaria - lab circo - design – STEM -) Pertini biblioteca - istituto comprensivo d Cinisello Balsamo, Associazione Milleeunavoce


OGNI POPOLO ha il governo che si merita

(Progetto a cura di Michela Zucca non ancora realizzato per mancanza di risorse )

Potere e libertà:
possibilità di scegliere e sistemi di controllo sociale Storia dei sistemi politici che l’umanità nei secoli è riuscita a darsi

Il tema della storia dei sistemi politici verrà affrontato dal punto di vista antropologico, ovvero, nelle modalità in cui un dato sistema di governo è espressione culturale di un popolo e di come influisce sulla vita quotidiana della maggior parte della gente (e non delle élites che esercitano il potere), ponendo bene in chiaro che i sistemi di controllo sociale non possono essere esercitati se non in presenza di un consenso che non può mai essere imposto solo col terrore. D’altra parte, accanto all’accettazione, percorre la storia umana il filo rosso della rivolta: prima o poi, la gente si stanca dell’oppressione e, costi quello che costi, distrugge un sistema di potere per sostituirlo con qualcosa che, al momento, sembra migliore, ma che non tarderà a mostrare le proprie falle….

Dal punto di vista della metodologia, il corso si propone di creare anche un gruppo di lettura di testi, che possano essere discussi assieme. Ogni lezione sarà accompagnata da una presentazione in Power Point in cui, assieme ai testi, si faranno vedere dipinti e testimonianze iconografiche coeve al periodo di cui si tratta.

Il tema della storia dei sistemi politici verrà affrontato dal punto di vista antropologico, ovvero, nelle modalità in cui un dato sistema di governo è espressione culturale di un popolo e di come influisce sulla vita quotidiana della maggior parte della gente (e non delle élites che esercitano il potere), ponendo bene in chiaro che i sistemi di controllo sociale non possono essere esercitati se non in presenza di un consenso che non può mai essere imposto solo col terrore.

D’altra parte, accanto all’accettazione, percorre la storia umana il filo rosso della rivolta: prima o poi, la gente si stanca dell’oppressione e, costi quello che costi, distrugge un sistema di potere per sostituirlo con qualcosa che, al momento, sembra migliore, ma che non tarderà a mostrare le proprie falle….

PROGRAMMA PROPOSTO

Le società segmentarie: chiamati anche sistemi anarchici, o acefali, sono sostanzialmente egualitarie; il potere risiede nel prestigio personale e nell’appartenenza ad un clan in cui le leggi consuetudinarie sono condivise.
Testo da leggere: Tacito, De Germania

Le società schiaviste antiche: che si tratti di imperi monocratici orientali o di polis greche, le società antiche sono accomunate dallo schiavismo: gli uomini liberi rappresentano una ridottissima percentuale, non lavorano, e vivono da parassiti sui propri servi.
Testo da leggere: Keith Hopkins, Conquistatori e schiavi

Le società feudali: basate sui sistemi tribali clanici e su retaggi antichissimi, la nobiltà viene passata attraverso il sangue e il valore in guerra. I nobili fra loro hanno un rapporto di parità. I contadini sono poco più che bestie, ma il signore è responsabile anche verso di loro. Se sgarra, le rivolte sono estese e sanguinosissime.
Testo da leggere: Donne delinquenti, di Michela Zucca

Le monarchie assolute: il re non è più primus inter pares, ma nominato direttamente da Dio. Le famiglie reali, per eliminare la concorrenza di altre famiglie aristocratiche, si affidano a borghesi che si ribelleranno nel nome del diritto alla libertà….per poi invidiare e ricercare matrimoni a sangue blu.
Niccolò Machiavelli – Discorso sulla prima Deca di Tito Livio

Le repubbliche borghesi: dalle rivoluzioni inglesi, francesi, statunitensi, escono forme di monarchie costituzionale e di repubblica che a poco a poco, attraverso ripetute rivolte nazionaliste, guerre ed atti di sabotaggio, unificano estesi territori ed estendono il diritto di voto ai ceti borghesi abbienti. Non mancano tentativi, da parte dei settori più ricchi delle borghesie, di autocrazie che sfociano in regimi autoritari.
Testo da leggere: I miserabili, di Victor Hugo

Le democrazie nazionali: sotto la spinta di varie ideologie rivoluzionarie, attraverso lotte sanguinose ed atti che oggi si potrebbero definire terrorismo e guerriglia sociale, in varie parti del globo si riesce (almeno nominalmente) ad ottenere il suffragio universale e una serie di diritti “inalienabili”.
Testo da leggere: Friedrich Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra

La società globalizzata: si tratta di un sistema a cellule, spesso non comunicanti, che funzionano con leggi proprie e differenziate, talvolta anche arcaiche, funzionali alla produzione di capitale che serve, ancora una volta, ad una percentuale ridottissima della popolazione mondiale.
Testo da leggere: Il mirabile mondo nuovo, di Aldous Huxley

Donne che lavorano

Seminari formativi di cultura di genere PER LA PREVENZIONE DEL FEMMINICIDIO e della violenza di genere.

Progetto a cura di Michela Zucca non ancora realizzato per mancanza di risorse

1. Storia delle donne: la costruzione della figura femminile e le radici storiche della disuguaglianza
Per decine di migliaia di anni, la società dei sapiens sapiens è andata ottimamente avanti in comunità egualitarie, non sessiste, in cui la proprietà privata praticamente non esisteva. Il patriarcato nesce con lo schiavismo e le culture dell’impero: ma non si diffonde se non 4.000 anni fa, dalle città, e raggiunge le campagne e le montagne d’Europa non più di 400 anni fa.

2. La scuola e la promessa dell’uguaglianza
E’ a scuola che si forma l’identità di genere: da una parte, insegnanti femmine impongono modelli culturali difficili da contestare perché ancora non si riconoscono; dall’altra, nessuno parla della disuguaglianza, perché la scuola è forse l’ambito apparentemente più egualitario. Ma è bene saper riconoscere i segni della cultura di sottomissione, per sé e per le proprie figlie.

3. Violenza e femminicidio: alle radici della cultura della sottomissione
I bambini sono educati a difendersi, la bambine ad essere comprensive. I ragazzini fanno a botte rotolandosi per terra, le ragazzine non devono sporcarsi il vestitino. Gli uomini possono picchiare le donne in un momento di crisi, le loro mogli devono saperli capire perché per loro la vita è dura. Fino a quando finiscono morte ammazzate perché i maschi veramente non possono vivere senza di loro.

4. Il lavoro delle donne: discriminazioni, sessismo, arretratezza: una parità che resta una chimera
Fino a quando si va a scuola, sembra che il problema non esista. Le insegnanti (fra l’altro, quasi tutte femmine….) non ne parlano; a casa l’argomento è tabù. Quando si finisce sul mercato del lavoro, si spalanca un mondo. E si scopre che a parità di compiti si prende – se va bene – il 30% in meno; che le donne non le assumono; che ti chiedono se sei fidanzata e se hai intenzione di figliare; e che coi nuovi contratti, non hanno neanche bisogno di licenziarti se rimani incinta.

5. La famiglia e la casa: il luogo del lavoro più faticoso e più pericoloso.
La “nuova donna” si ritrova sempre più sola: la scomparsa della famiglia estesa ha aggravato la sua fatica, privandola di qualunque aiuto. La casa deve essere sempre pulita, così come abiti e biancheria di tutta la famiglia; lei deve essere sempre a posto e non può permettersi di invecchiare; cucina due volte al giorno…. E lavora in casa (dopo l’ufficio) sette volte un uomo. Ciò si traduce in un enorme numero di infortuni, che non sono riconosciuti come infortuni sul lavoro.

6. I rischi sul posto di lavoro: la violenza da colleghi, fruitori, estranei.
Il “folle” che entra armato in Provincia e ammazza due impiegate. Le due ragazze che uccidono una suora che non mette mai l’uniforme e lavora nel sociale. Perché tanta violenza contro donne che lavorano? Sarebbe stato lo stesso se si fosse trattato di professionisti maschi? Sicuramente no. Il mobbing è un fenomeno pesantemente di genere. Riconoscere i sintomi della violenza per impedirle di manifestarsi.

MODALITA’

Gli incontri si svolgeranno secondo modalità che prevedono una parte di lezione frontale, con proiezione di immagini e di dati, per “gettare le basi” del discorso e acquisire nozioni, e poi si svilupperanno secondo tecniche di animazione che prevedono:

Giochi di ruolo
Data una situazione “simbolo”, alcuni entreranno nei vari ruoli di genere, che verranno messi in risalto in maniera tale da poter essere capiti ed eventualmente criticati dal resto dei corsisti. Si costruiranno delle situazioni-esempio in cui l’assunzione di ruolo verrà esaminata non solo da parte di chi la interpreta, ma anche da tutti gli altri corsisti.

Scambi di ruolo
In presenza di maschi e di femmine, i ruoli di genere verranno scambiati in modo che gli uni e le altre possano “entrare” in ruoli e posizioni diversi, in situazioni-simbolo, e che possano comprendere reazioni e pregiudizi culturali spesso inconsci.

Racconti di vita
Si inviteranno i corsisti a raccontare le proprie esperienze, ma anche quelle dei propri genitori e nonni, per vedere fino a che punto il ruolo femminile e i pregiudizi legati al genere sono o meno cambiati, con quali modalità e in che condizioni.

Individuazione stereotipi
Donne e uomini sono condizionati da una serie di stereotipi che si manifestano in modo eclatante anche visivamente, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, o che sono passati a livello subliminale, attraverso l’educazione famigliare e la scuola: attraverso la visione di filmati, la lettura di brani significativi di testi letterari o di articoli di giornale, si redigerà una lista di stereotipi che maschi e femmine sono costretti a soddisfare. L’analisi vererà sui contenuti espressi da:

  • Pubblicità

  • Arte

  • Letteratura

  • Cinema

  • Contesti lavorativi

  • Modelli sentimentali

Individuazione modelli di comportamento
I modelli culturali portano all’assunzione di modelli di comportamento che sembrano naturali, quindi non modificabili, fra i quali l’accettazione della violenza maschile. Per questo motivo verranno individuati attraverso il racconto di sé e delle proprie emozioni, legate soprattutto alle situazioni critiche che vedono coinvolte emozioni anche distruttive come:

  • Reazione allo stress

  • Lavoro di gruppo

  • Autodifesa

  • Aggressività

  • Competitività


Individuazione richieste sociali
Una persona è fortemente condizionata dal contesto sociale in cui vive e dalle richieste e aspettative sociali di cui è investito: molte donne non denunciano la violenza perché hanno paura di non essere credute, di essere marginalizzate, di essere ulteriormente penalizzate, di non essere difese. E’ opportuno individuare la tipologia dell’ambiente in cui si vive per definire lo strumento e la metodologia di azione per difendersi dalla violenza, confrontando varie tipologie di famiglie/contesti/aspettative/ ruoli/livelli di violenza per far emergere la non obbligatorietà della sopraffazione e la possibilità di cambiare. Verranno quindi esaminati, attraverso esempi che verranno portati dagli stessi corsisti e confrontati fra loro:

  • Tipologia del contesto familiare in cui si vive

  • Tipologia del contesto lavorativo

  • Aspettative dei vari membri

  • Disponibilità al conflitto

  • Disponibilità ad entrare nei ruoli richiesti

  • Disponibilità a discostarsi dai ruoli richiesti

Questionari
Si faranno compilare dei questionari sui ruoli e le identificazioni di genere a uomini e donne. Le domande avranno un sistema di risposte multiple da compilare in pochissimo tempo, in modo da non lasciar tempo a riflessioni e a far emergere il riflesso condizionato e il pregiudizio. I dati raccolti verranno elaborati, confrontati (anche con scambio di questionari “muti” fra corsisti) e commentati in classe.

Esame dei “segnali” del territorio
Si identificherà un’area della città e si individueranno tutti i segnali relativi al genere, che verranno poi raggruppati secondo tipologie messaggi; e si cercherà di capire che tipo di comportamento suggeriscono a uomini e donne, e come cercare di modificare i modelli sia estetici che comportamentali nella percezione collettiva, nei rapporti di lavoro e in quelli personali.
Per accedere non è necessaria nessuna preparazione in quanto le modalità di svolgimento della lezione rientrano nella metodologia di formazione permanente che è accessibile a tutti.


 
Base