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Inviato da Rosaria Distefano, novembre 2012

UN FANTASMA SI AGGIRA PER CINISELLO.


Una moschea in piazza Gramsci! Una moschea in piazza Gramsci? I cittadini si dicono guardandosi  attorno alla ricerca del fantasma. Tranquilli: la moschea è soltanto evocata da un cartello che i leghisti brandiscono come un’arma agli angoli delle strade, per raccogliere firme.

Per onore di verità: NON C’E’ IN BALLO NESSUN PROGETTO DI MOSCHEA, c’è soltanto la richiesta per un CENTRO CULTURALE.

“E… ma… loro in quelle stanze, (del centro culturale) ci pregano! “ dicono i nostri. E nelle loro voci sentiamo il mormorio denso di dissenso e preoccupazione.  Perché, è (a loro) noto: nella preghiera c’è un grande pericolo, un incitamento rivoluzionario e terroristico.

Signora sindaca, è inutile che lei si sbracci a spiegare che la richiesta è per un Centro Culturale. Abbiamo a che fare con gente che ha iniziato la campagna elettorale. Una campagna elettorale bella tosta, visto quello che i loro vertici hanno combinato.

Mentre queste persone fanno la loro campagna elettorale, estraendo dalle borse lise e consunte il solito armamentario razzista, non si guardano intorno e non si accorgono di quello che, nella vita quotidiana, a Cinisello Balsamo, sta accadendo. Questa gente che sta agli angoli delle strade a raccogliere firme, non si accorge che le scuole frequentate dai loro figli e nipoti sono abitate e colorate da bambini e bambine egiziani, marocchini e tunisini; bambini e bambine italiani, peruviani, e equadoregni;  bambini e bambine cinesi, ucraini romeni e albanesi.

Non vedono, perché non vogliono vedere, che ai loro figli e nipoti non interessa da dove arrivano i loro compagni e le loro compagne di scuola perché, da qualunque parte tutti questi bambini e bambine, ragazzi e ragazze arrivino, sono le persone con cui giocare, studiare, vivere. Sono le persone con cui condividere il futuro.

Per questi bambini e queste bambine tutti noi, adulti, abbiamo il dovere di creare un luogo non soltanto di sfruttamento delle braccia dei loro genitori, ma un luogo dove vivere in modo pacifico e dove il rispetto reciproco, anche religioso, possa essere la chiave per una convivenza tranquilla e dignitosa.

 
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