Sdoganato il ratto delle Sabine
Stupro di gruppo, eliminato l'obbligo del carcere cautelare.
si tratta di una decisione che toglie gravità ad uno dei reati più vili che l'uomo possa compiere.
La sentenza è arrivata a seguito del ricorso presentato da due diciannovenni di Cassino, accusati di
aver abusato sessualmente di una compaesana minorenne.
Il giudice per le indagini preliminari (gip) aveva inizialmente firmato un'ordinanza di custodia cautelare per
i due accusati. Il Tribunale del Riesame di Roma aveva poi confermato il carcere, ritenendo che questo
fosse l'unica misura cautelare possibile nel caso di uno stupro di gruppo, ma la sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato tutto. La Suprema Corte ha infatti deliberato che la custodia in carcere dell'indagato non è l'unica misura cautelare applicabile nel caso dello stupro di gruppo.
Quali le possibili conseguenze di questa incomprensibile scelta?
Dal punto di vista pratico cio’ potrebbe scoraggiare di fatto le denunce da parte di chi ha subito la violenza.
Sapere che passeranno mesi o anni prima che i colpevoli finiscano in carcere potrebbe intimorire le vittime e convincerle a tacere, per paura di ritorsioni.
Dal punto di vista simbolico finisce per togliere gravità sociale ad un reato che assomma due delle peggiori dinamiche umane: la pulsione sessuale violenta e incontrollata e la logica del branco.
Le donne di Mille&unavoce non ci stanno e rispondono a questo ennesimo attacco alla dignità della donna organizzando una Giornata di confronto, condivisione e ribellione, DOMENICA 13 MAGGIO al Parco del Grugnotorto a partire dalle ore 10.30.
Insieme per imparare a difendersi e combattere le violenze, siano esse psicologiche, fisiche o culturali.
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